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Lezioni per principianti
CCHE COSA E' L'UOMO CONSERVATORELa nostra idea è che nella società contemporanea l'opposizione destra-sinistra tenda ad esaurirsi e venga sostituito da quella conservatori/progressisti; opposizione che rende in modo più fedele la condizione ideologica della società attuale. Ciò che spesso e tendenziosamente viene definito come populismo è in realtà una nuova forma di conservatorismo e la sua diffusione sembra in costante aumento. I motivi di questo trend sono molteplici; in primo luogo c'è l'entrata in crisi dell'ideologia del progresso, l'idea, sempre più diffusa, secondo la quale "era meglio prima", batte quella secondo la quale l'avvenire non può che essere sempre migliore. La fiducia in un futuro migliore si è sempre più ridotta sin dall'inizio del secolo, ed oggi che il primo quarto se ne è andato, le ombre sul nostro futuro si sono di parecchio addensate e le nuove generazioni che generano sempre meno, tutte proiettate come sono sul loro problematico presente, testimoniano che questa atmosfera cupa, per non dire apocalittica è irreversibile.Un'altra causa fondamentale risiede nella generalizzata perdita dei punti di riferimento, che è andata di pari passo con l'ascesa dell'ideologia dei diritti, il progressivo discredito dell'idea di nazione, la crisi del sistema scolastico, l'adesione indiscriminata della sinistra al sistema di mercato, la comparsa di una destra gestionale, alleggeritasi di ogni identità dottrinale per divenire il partito della "modernità". Il riconoscimento giuridico e istituzionale di qualsiasi forma di rivendicazione individuale ha di fatto destabilizzato le basi antropologiche della società e ha provocato lo scombussolamento dei punti di riferimento e una crisi di senso.L'uomo ha infatti bisogno di radicamento e di fedeltà, di norme comprensibili e ferme, per non sentirsi come un "fruscello spazzato via dal vento". Il conservatorismo risponde a questo bisogno. Ma quali sono le idee dell'uomo conservatore? Innanzitutto egli ritiene che l'uomo sia anzitutto un erede, ossia che si inscriva in una storia e che si definisca anche attraverso le sue appartenenze, che non sempre ha scelto. Questo erede ha un debito verso ciò che ha ereditato. Il conservatorismo è il partito del radicamento e della fedeltà. Essere conservatori significa preferire il famigliare all'ignoto, apprezzando però la diversità e comprende che quanto vale pe gli uni non vale necessariamente per gli altri. Questo lo rende radicalmente ostile alle astrazioni universaliste, ad una uguaglianza concepita come sinonimo della medesimezza e all'idea di una storia della specie che si dirige a poco a poco verso l'unità mondiale. Il conservatorismo, va detto, è sempre esposto al rischio di deviare, verso la reazione pura e semplice o verso il liberalismo ma in una prospettiva conservatrice, l'identità non si riduce all'eredità. Trasmettere non significa solo trasmettere l'eredità ma anche la capacità di creare grazie a ciò che si è ereditato. Il soggetto conservatore sa che la nostalgia non può costituire un programma e che difendere il valore del passato è cosa ben diversa dall'immaginare un ritorno all'indietro. Il conservatorismo, più che al passato è orientato verso l'atemporale, ciò che da sempre conserva valore. Deve conciliare le particolarità concrete con l'universalismo cristiano, le differenze con la credenza nell'unità morale della specie umana. "L'uomo nuovo" per il conservatore è in origine l'uomo investito dal cristianesimo. A differenza del liberalismo, esso implica che l'uomo sia innanzitutto considerato un essere di relazione e non un essere presociale che si costruisce da sé a partire dal niente. Implica una scala di valori, in cui l'egoismo non sia ritenuto il comportamento più normale degli esseri umani. Implica anche un rifiuto del materialismo che ne deriva e l'idea che la società o la comunità stabilisca il bene comune, quando il liberalismo pone il solo individuo al centro del campo sociale. Implica una difesa del radicamento e delle comunità naturali, che respinga ugualmente l'individualismo liberale puntando l'attenzione più sui doveri che sui diritti e che libertà è pensata a partire dalle istituzioni che dalle esigenze individuali.licca qui e inizia a scrivere. Ipsum quia dolor sit amet consectetur adipisci velit sed quia non numquam eius modi tempora incidunt ut labore et dolore magnam aliquam quaerat voluptatem ut enim ad minima veniam quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam nisi ut aliquid.
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Lezioni avanzante
L'Europa e l'Italia hanno da sempre considerato l'immigrazione illegale come un problema umanitario nonostante i traffici di esseri umani attraverso la rotta libica e balcanica, -che hanno interessato più di cinque milioni di persone solo dall'inizio del secondo decennio del nostro secolo- siano stati gestiti da organizzazione criminali che secondo l'Europol nello stesso periodo hanno incassato ben oltre i dieci miliardi di euro.In pochi anni nello scorso decennio dal 2013 al 2017 le forze navali italiane ed europee unitamente alle navi delle ONG hanno sbarcato in Italia 700 mila immigrati clandestini, per la gran parte africani.Tra il 2001 e il 2006 erano sbarcati dalla Libia ogni anno poco meno di 20 mila migranti illegali, saliti a 37 mila nel 2008 e poi diminuiti in seguito agli accordi tra il governo di Silvio Berlusconi e il leader libico Gheddafi a 10 mila nel 2009 e ad appena 4.500 nel 2010. Nel 2011 a seguito della guerra combattuta dalla NATO e dall'Italia contro il regime libico i numeri hanno avuto una nuova impennata sino ad oltre 62 mila sbarchi. Nel 2012 riguardano 13 mila per poi riprendere con 43 mila nel 2013 con l'operazione di soccorso Mare Nostrum che ha incoraggiato i flussi di migranti illegali dall'Africa.Bisogna considerare che di oltre la metà dei circa 700 mila immigrati illegali sbarcati dal 2013 al 2017 si sono perse le tracce perché fuggiti dai centri di accoglienza o dagli ospedali per cercare di raggiungere altri Paesi europei e che in numeri non precisati hanno continuato a vagare da allora per l'Italia senza alcun controllo.La gran parte di coloro che sbarcava in Italia viene da Paesi dell'Africa Occidentale e Orientale, nazioni non in guerra né sconvolte da carestie, in molti casi addirittura da Stati definiti "tigri africane" per gli elevati tassi di crescita economica. Per oltre l'80% si trattava di uomini che hanno potuto pagare qualche migliaio di euro per l'intero viaggio. Molti di quei migranti avevano lavorato diversi mesi in Libia per pagarsi il passaggio in Italia e altri contraevano debiti con la criminalità che poi sarebbero stati saldati con la manovalanza a favore del crimine organizzato. L'inchiesta della procura di Palermo rivelò che il prezzo pagato dai migranti che sbarcarono in Italia era di 5.000 dollari per attraversare il deserto africano sino alla Libia, 1.500 euro per la traversata del Mediterraneo. Cifre non indifferenti rispetto a paesi come la Nigeria dove il salario medio era di 263 dollari al mese o il Senegal di 155 dollari. Un articolo su "La Stampa" del 2016 si leggeva: in Egitto non mancano posti di lavoro. Dopo un terribile naufragio vennero offerti in un sol colpo 10 mila posti di lavoro tra pubblico e privato e si presentarono solo in 28.Nessuna legge autorizza a rivolgersi al crimine organizzato e pretendere di scegliere persino il Paese in cui essere accolto, ovviamente selezionandolo tra quelli che offrono condizioni di welfare migliori. Finanziare trafficanti legati ai terroristi islamici per violare illegalmente i confini di Stati sovrani dovrebbe essere considerato un crimine.Decine di migliaia di siriani sono stati accolti in Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Germania, dopo essere stati selezionati da accurati colloqui e indagini (per non portarsi in casa jihadisti) tra coloro che vivono nei campi profughi in Libano, Turchia e Giordania, non tra quelli che hanno pagato criminali e terroristi.